BRAC Più semplice di quanto non sembri…

Certamente uno dei primi problemi che si pone chi decide di avvicinarsi al BRAC è rappresentato dall’attrezzatura che serve per praticarlo e dall’impegno economico che l’acquisto di tali dispositivi rappresenterebbe volendolo praticare sin dall’inizio, in modo “agonistico”. 

Diamo per assodato che il potenziale tiratore di Bench disponga almeno di una carabina, PCP o Springer e che disponga di un’area dove poter praticare il tiro con l’aria compressa.  Sappiamo che già il possesso di un’arma di questo tipo implica il dover reperire spazi particolari per poterla impiegare senza finire in manette visto che, al riguardo, esistono leggi ben precise.   Qui entrano in gioco i vari club, associazioni, sodalizi a cui tutti gli “air shooters” fanno riferimento, dove è possibile usufruire di strutture ed attrezzature spesso preesistenti.   Frequentando tali strutture è abbastanza comune notare tiratori impegnati da un banco di tiro sui più svariati bersagli di tipo concentrico, acquistati in armeria o scaricati dalla rete, utilizzando tecniche di tiro del tutto personali, in ragione di posizioni assunte, distanze dei target, ecc..   Viene, pertanto, spontaneo chiedersi se non risulterebbe più interessante e costruttivo uniformare tali tecniche permettendo, a chi le adotta, di potersi misurare con gli altri, maturando un’esperienza comune, scambiando tra loro idee ed opinioni. 

Il Bench Rest Aria Compressa, con le sue semplici regole, rappresenta proprio un giusto punto di incontro.  Oltre che misurarsi con se stessi, il BRAC permette ai tiratori di confrontarsi e crescere assieme in quell’intrigante, complesso gioco che è il tiro di precisione, maturando nello stesso tempo quello spirito agonistico che è elemento di base di ogni disciplina sportiva.

Non dimentichiamo che, volendo salire un po’ di tono, la disciplina BR ad Aria Compressa contempla Campionati Internazionali, Europei e Mondiali

Ma torniamo a noi, dando un’occhiata in rete alle immagini relative al BRAC, la vista di attrezzature quali:

i rest anteriori regolabili, veri gioielli di meccanica;

i rest posteriori, altrettanto performanti e disponibili in tutte le forme e dimensioni;

i poligoni coperti, attrezzati con banchi di tiro peculiari per il B.R.;

le linee di tiro, costellate di variopinte bandierine segnavento, che danno la sensazione di un allegro quanto movimentato “carnevale cinese”,  

può suscitare qualche perplessità, soprattutto a livello economico, anche se,  per iniziare il “gioco” e vedere che succede basta veramente molto meno. 

Permettetemi di illustrarvi la mia esperienza personale, quando per la prima volta sono arrivato al campo di tiro di Isola Farnese (Roma),  sede “operativa “ di un’associazione di appassionati di tiro con l’aria compressa denominata Lupi Airguns, un club composto da un bel numero di tiratori mossi dai più molteplici interessi per i quali era predominante il Field Target.   La prima cosa che notai fu che, tutti o quasi senza nemmeno pensare o addirittura conoscere il BRAC, erano attrezzati con un tavolo di appoggio autocostruito. La fantasia e l’ingegno la facevano ovviamente da padrone, banchetti da lavoro, del tipo reperibile nei vari brico, dotati di un piano  personalizzato, oppure ripiani sagomati a cui erano state applicate tre zampe acquistate all’IKEA, insomma di tutto. 

Questo indipendentemente dal fatto che fossero o meno appassionati di Field Target (c’è da dire che, molti oltre ad esserlo, erano anche molto bravi nel praticarlo), oppure del tiro al bersaglio (cartaceo)  o si divertissero soltanto praticando il cosiddetto …”plinking”.     

Gli appoggi anteriori erano rappresentati da vecchie tracolle, o sacchetti di tela riempiti di sabbia.   Qualcuno aveva installato un cavalletto sulla carabina e tutti tiravano allegramente dal loro “bench” con le carabine poggiate su un “rest” a bersagli più disparati.   

Scoperta quasi per caso la disciplina del BRAC attraverso internet (miracoli della rete!!), con entusiasmo i “Lupi di Roma” decisero di iscriversi ad un torneo di BRAC di tipo postale (procedura ampiamente utilizzata a livello internazionale per questo tipo di sport), organizzato da un gruppo di tiratori Toscani, “Spazzavento Shooting Club”. Sia per i Lupi che per me, fu l’inizio di una divertentissima ed appassionante avventura.

Fu sufficiente sostituire la foto del “capufficio”, la “lattina di Coca” o una cartuccia da trap sparata, (eravamo ospiti di un Tiro a Volo) con  un bersaglio standard da BRAC, posto alla distanza giusta, attenersi alle regole previste dalla disciplina ed il gioco cominciò. 

Con le attrezzature di cui disponevamo, potere constatarne la “tecnologia” dalle immagini, riuscimmo addirittura  a piazzare nel torneo qualche nostro rappresentante in posizioni più che dignitose.   Al termine della fase postale del torneo, sei gare mensili in cui i partecipanti tiravano presso le proprie associazioni e spedivano i risultati ottenuti  all’organizzatore Spazzavento, qualcuno di noi addirittura rischiò di essere ammesso alla finale a confronto diretto, tenutasi poi in Umbria, rimanendone “fuori gioco” soltanto per una manciata di punti.

Il virus ormai ci aveva contagiati. In occasione del primo International Postal Match , organizzato  dall’International Benchrest Postal Matches (BIPM) oggi non più operante (era il 2013), partecipammo anche noi, cimentandoci all’aperto e con un vento infernale, contro concorrenti di tutto il mondo, molti dei quali tiravano “indoor” con attrezzature sofisticatissime e carabine ultrapotenti . Non solo ottenemmo, anche in questa occasione, risultati più che discreti, ma lasciammo il gagliardetto degli ultimi posti ad un non indifferente numero di amici d’oltralpe. 

Cosa cerco di esprimere con questa mia dissertazione ? E’ molto semplice da intuire. In sostanza, approcciare il BRAC non  è poi così difficile.  Trattandosi di una disciplina sportiva che, proprio per la sua particolare pratica, risulta alquanto statica, può non piacere. Prima però di escluderla a priori dal novero delle proprie esperienze di tiro con l’A.C., un tentativo di provarla non guasterebbe e chissà se, contrariamente a certi preconcetti, non sia in grado di restituire delle ottime soddisfazioni, così come ha fatto con i Lupi e con me che, spinto proprio dalla grande passione che questo sport è riuscito ad infondermi, ho deciso di realizzare questo piccolo progetto che si chiama BRAC Italia proprio per parlarne un po’ con voi. 

Un polo di informazione fatto per i tiratori con i tiratori